METATARSALGIE :

In queste regioni del piede, ovvero quelle che comprendono M1-M2-M3-M4-M5 , tratteremo l’argomento della Metatarsalgia perché rappresenta senza dubbio una delle principali problematiche podaliche che affligge la popolazione interessata da disturbi che colpiscono la regione dell’avampiede.

Con il termine Metatarsalgia si intende una sindrome caratterizzata dalla presenza di dolore nella regione metatarsale generata da fattori multipli o selettivi.
Viene classificata in:
  
• Biomeccaniche
• Non biomeccaniche
• Miste

Biomeccaniche
Senza dubbio le più diffuse sono caratterizzate da una anomale ripartizione delle forze di appoggio sull’avampiede. Questa alterazione è la conseguenza di due principali fattori; una pressione normale esercitata a carico del metatarso per un periodo di tempo “troppo” lungo oppure ad una pressione di valore più elevato rispetto ad indici di “normalità”.

Le cause possono essere:

Congenite:
• Difetti morfologici di allineamento dei metatarsi sul piano frontale e sagittale;

Secondarie:
• alterazioni neuro-muscolari ( piede cavo,piede equino,dita a griffe)

• post-chirurgiche (esiti post-operatori);

• post-traumatiche (a seguito di fratture);

• alterazioni capsuloligamintose (molto frequenti ovvero generate dall’alluce valgo, dito a martello)

• alterazioni osteocondrali (a seguito della presenza di alluce rigido, sesamoiditi ecc.)

Non biomeccaniche
• malattie metaboliche (es. la gotta o il diabete)
• malattie dermatologiche (micosi,psoriasi ecc.)
• malattie neuromuscolari (algodistrofie ,sindromi canalicolari )
• malattie vascolari (flebopatie,arteriopatie ecc.)
• neoplasie (tumori)
• malattie articolari (artrite reumatoide,infezioni osteocondrosi)

Miste
Quando compaiono contemporaneamente cause di metatarsalgie biomeccaniche e non biomeccaniche.

Nel trattamento della metatarsalgia bisogna tenere conto di tutto il piede e più in generale di tutta la cinetica degli arti inferiori. Spesso infatti la causa di una patologia biomeccanica metatarsale è la conseguenza di un’alterato assetto del retropiede o più in alto un vizio assiale o torsionale della tibia o del femore.

Le principali conseguenze delle metatarsalgie sono la presenza di ipercheratosi, igromi, lassità articolari borsiti e contratture, o ancora a seguito di fratture da sovraccarico metatarsale La gestione e il trattamento di una metatarsalgia richiede un approfondito esame clinico rappresentato dalla valutazione di :

• Esame obbiettivo: Lo studio del piede in catena cinetica aperta e cioè in scarico e in catena cinetica chiusa ovvero in carico, accompagnata da immagini e foto che documentano la presenza delle diverse problematiche;

• Esami strumentali:Radiografie normali e sotto carico che evidenziano difetti morfologici e/o patologie osteoarticolari;. Nei casi in cui si richiede un approfondimento è necessario l’ecografia per valutare lesioni a carico delle parti molli e/o Risonanza Magnetica per valutare la vascolarizzazione dell’osso e le condizioni delle parti molli

• La podografia: Lo studio computerizzato del piede permette di individuare la pressione, la forza registrata, in statica e dinamica evidenziando alterazioni nella distribuzione delle pressioni e del loro trasferimento durante la deambulazione.

L’obbiettivo principale del trattamento ortesico è rappresentato dalla necessità di riequilibrare l’assetto morfologico e le pressioni sotto le teste metatarsali di un piede scompensato. Apparentemente banali le metatarsalgie rappresentano una delle principali cause di malessere podalico capaci persino di modificare le proprie abitudini quotidiani riducendo,nei casi più gravi, un soggetto “dinamico” a diventare sedentario.

Ortesi progettate in “serie” con caratteristiche identiche per trattare una metatarsalgia spesso risultano fallimentari con il rischio di rendere inefficace il trattamento ortesico. Ecco perché una metatarsalgia va gestita con la massima attenzione e professionalità.

Ogni caso,ogni soggetto va gestito con un progetto studiato e pensato per comprendere le cause che generano una metatarsalgia ponendo nell’ortesi una soluzione studiata ad-hoc con l’obbiettivo di migliorare lo stato di salute del nostro paziente.

 

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